Alan Turing
Alan Mathison Turing nacque nel 1912 a Londra. Durante la sua giovinezza fece molta fatica a ottenere il diploma classico, a causa della sua avversione per questi studi. La sua passione per le materie scientifiche lo spinse ad iscriversi all’università King’s Collins di Cambridge, dove fu allievo di Ludwig Wittgenstein e approfondì i suoi studi sulla meccanica quantistica, la logica e la teoria della probabilità. Nel 1936 si laureò con il massimo dei voti per poi entrare, durante la seconda guerra mondiale, nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park per lavorare alla decifrazione dei codici usati nelle comunicazioni tedesche. Un compito molto difficile perché i tedeschi avevano sviluppato Enigma, una macchina che mutava costantemente i codici generati. Turing e i suoi compagni progettarono Colossus, un insieme di servomotori e metallo, con il quale riuscirono a decifrare i codici elaborati dalla macchina tedesca. A causa del divieto di diffusione di qualsiasi notizia inerente alla decrittazione, Turing e i colleghi non ricevettero riconoscimenti in merito.
Tornato a Cambridge, in seguito alla guerra, approfondì gli studi in neurologia e fisica, inserendosi nel gruppo Ratio Club nel quale facevano parte giovani ragazzi interessati al movimento cibernetico. Nel 1950 rese pubblico, sulla rivista Mind, il test di Turing attraverso il quale egli dimostrava come si potesse raggiungere un’intelligenza artificiale seguendo alcuni schemi del cervello umano. L’anno dopo si trasferì a Manchester dove lavorò alla realizzazione della Manchester Automatica Digital Machine, con la convinzione che entro l’anno 2000 l’umanità avrebbe vissuto con macchine in grado di replicare la mente umana.
Morì nel 1954 per cause non ancora accertate, dopo essere stato arrestato e torturato per omossesualità. Solo molti anni dopo si sono susseguiti omaggi e scuse ufficiali. Nel 2009, il primo ministro Gordon formulò una dichiarazione di scuse ufficiali da parte del governo del Regno Unito e, nel 2013, la Regina Elisabetta elargì grazia postuma.